Avete visto Rogue One? No? Ciao.
Questo post è per tutti gli altri che sono rimasti, e possibilmente anche per quelli che un mese e mezzo fa si erano radunati in quest’altro post in cui si discuteva di quest’altro film Disney e di un altro artista marziale in un’altra scena di menare.
La buona notizia è che stavolta le cose sono state fatte per bene, Donnie Yen mena. Certo mena per tipo un minuto, non è il centro del film, non è la sua prestazione migliore, non è niente di clamoroso. Ma c’è.
Siccome sono stato il primo a mettere il broncio all’ennesimo sfruttamento svilente di grandi star del cinema di menare in film mainstream, ora voglio essere il primo a battere le mani ad un buon Donnie Yen.
Non è solo lo spazio che viene dato al farlo menare, ma il fatto che ci sia un margine di adattamento del personaggio alle sue caratteristiche e che sia anche ripreso come merita, cioè non spezzettato in mille stacchi di montaggio ma inquadrato dalla testa ai piedi in lunghe inquadrature. Non c’è infatti nulla di più frequente della mortificazione del menare tramite il continuo stacco per mascherare movimenti non impeccabili e coreografie puerili (notabile eccezione il cinema di Greengrass, che anzi si esalta nel montaggio).
Non voglio ora esagerare e gridare al miracolo, solo al buon uso.
Di certo migliore di quello di Iko Uwais e Yayan Ruhian nel film precedente di Guerre Stellari.
Nei commenti al post Strange/Adkins era nata una discussione su quanto non sia invece importante che il cinema mainstream cominci ad incorporare questo tipo di attori nei cast, per dare sostanza a qualsiasi scena di arti marziali, anche le più stupide. L’idea era che per quanto cretina, una sequenza con Adkins è comunque migliore dell’equivalente con uno a caso. Dall’altra parte c’era anche l’idea che l’accaduto fosse solo una dimostrazione di quanto quei film non capissero l’essenza del menare, visto che non riescono nemmeno a fare buon uso di una star del settore. Ora, complice il fatto che Donnie Yen è una star molto più grande degli esempi sopracitati, ci troviamo di fronte ad un ruolo che poteva interpretare chiunque altro ma gestito con un gran rispetto per il capitale che l’attore può portare al film.
A questo punto vi chiedo: è bene così o è lecito aspirare a di più? È questo il posto migliore cui può aspirare il cinema di menare in produzioni mainstream, oppure è un passo in avanti in un percorso fino al dominio dell’universo? E il dominio dell’universo è auspicabile o è meglio rimanere nella nicchia, dove fare film duri e puri senza essere obbligati a cambiare per piacere ad un pubblico vastissimo?